mercoledì 16 dicembre 2009

Kinkaleri - Nessun Dorma

Nessun dorma, per favore. In scena c'è Kinkaleri. I ragazzi di dieci anni probabilmente non hanno mai visto uno spettacolo del "raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo", come si definiscono loro, e, sicuramente, non hanno la consapevolezza di trovarsi di fronte a una delle compagnie più "temerarie" nel campo della ricerca sullo spettacolo dal vivo contemporaneo. Detto fatto: "All'alba vincerò!", canta Calaf, nell'opera Turandot, e senza orpelli, incantesimi o fatture, vince, semplicemente vince. Con la stessa semplicità vince anche Kinkaleri, portando in scena un'opera lirica per un pubblico di ragazzi. Senza orpelli, incantesimi o fatture, semplicemente, con l'astuto rigore, la necessità formale e il disincantato amore che lega la scena a un immaginario senza età.

BRAINSTORMING si fa MINI, e diventa Camera di Decompressione per Spettatori Bambini, voluto dalla compagnia stessa, perché il linguaggio teatrale non si limita alla scena, ma trapassa, oltrepassa e sedimenta, si fa tempesta di cervelli da non disperdere.

BRAINSTORMING colleziona e fa ascoltare, per creare una circuitazione di idee orizzontale, partecipativa e creativa.

Nota all'ascolto: BRAINSTORMING seguirà tutte le repliche dello spettacolo, in scena in doppia replica, al Fabbrichino di Prato, dal 15 al 19. Ogni file audio indica la data e l'ora dello spettacolo.

Kinkaleri
 

giovedì 10 dicembre 2009

Marcello Maloberti - Die Schmetterlinge essen die Bananen

Marcello Maloberti non insegna nulla. Marcello Maloberti è, e basta. Si coglie, si osserva, si avvicina e si insegue, poi si scruta e gli si parla, senza pretese, senza aspettative. Marcello Maloberti è il suo lavoro, un artista-opera che si relaziona al mondo attraverso la sua poetica, precisamente istintiva, ironicamente sospesa tra una farfalla e una banana.

A Bologna Marcello ha partecipato al progetto Worklab, curato da Lelio Aiello, che prevede la collaborazione tra artisti affermati e giovani studenti. Tre giorni in stretto contatto, per produrre un’installazione inaugurata a Raum il 3 dicembre. Tre giorni di farfalle, banane, maracas, luoghi di periferia e balli latino americani, cappuccini al bar e riflessioni sull’arte.
Più che un lab, un work.

Brainstorming ha raccolto la nuvola immateriale del suono e dei pensieri intorno all’installazione, la sera del vernissage, 3 dicembre 2009. Ascolta!

Marcello Maloberti
Work-Lab



 

giovedì 1 ottobre 2009

MiniBrainstorming - Camera di Decompressione per Spettatori Bambini

A Castello d’Argile, in provincia di Bologna, c’è un pubblico che cerca il teatro. Anomalo, come l’onda, ma intelligente, come l’acqua, che tutto pervade e nulla tralascia. E qui, in questo paese di seimila anime, il teatro è entrato nelle trame della vita quotidiana, grazie a due associazioni, un assessorato, una biblioteca, una scuola e qualche sponsor. Burattingegno Teatro e Tea(l)tro, i due gruppi in causa, hanno deciso di puntare sul pubblico, mettendolo in primo piano, con laboratori, eventi performativi urbani e spettacoli scelti appositamente per avvicinare lo spettatore all’arte, quella fatta onestamente.

Un’attenzione particolare è riservata alle nuove generazioni, con una rassegna di teatro-scuola la quale, in barba a chi lo ripudia, fa del compromesso fra didattica e arte, un punto di forza. La disciplina è presa per le orecchie, messa di fronte all’indisciplina e fatta dialogare!

BRAINSTORMING non poteva mancare, vestito di tutto punto per l’occasione, con cappello a cilindro e registratore alla mano. Nasce così MINIBRAINSTORMING_Camera di Decompressione per Spettatori Bambini, in cui spicca la figura di Madame Tempesta, che raccoglie idee e crea una Tempesta di Cervelli, per sconfiggere i cervelli bucati e quelli che credono di sapere tutto.

Ascoltate le tracce audio e lasciate un commento. Si tratta di un esperimento e servono consigli!

Note all’ascolto: ogni traccia audio è nominata con 'MiniBrain 08' seguito dall’età dei bambini coinvolti e dal titolo dello spettacolo.

venerdì 25 settembre 2009

Es.Terni 09 - Una questione di linguaggio

Mentre a Bruxelles fanno un monumento a un ragazzino che fa pipì, in Italia vietano di mangiare gelati per la strada. Ma l'arte si sa, ha un alibi: il suo essere libera, al di là di tutto. E il festival Es. Terni, questa libertà, la sbatte in faccia alla città, come una torta, una secchiata d'acqua fredda, o un bacio mozzafiato. La reazione? C'è chi rimane attonito, chi impreca e chi ricambia. Sicuramente non rimane indifferente.

Es.Terni

(Foto di Manuela Genghi)

martedì 22 settembre 2009

Es.Terni 09 - Roger Bernat - Domini Pùblic

Brainstorming è al festival Es.Terni. Nella sua ricerca di spettatori attivi, approda alla performance di Roger Bernat, che con un sapiente gioco di ruolo, riesce a scardinare le regole e le dittature di senso, facendo dello spettatore un attore inconsapevolmente sospeso tra l'introspezione, l'emozione e il gioco da strada.

Es.Terni

mercoledì 22 luglio 2009

Santarcangelo 09

Santarcangelo quest’anno è stato un festival immenso, fuor di confine. Un immaginario esteso, forse sfuggente. Da chiedersi se abbia senso. Da far chiedere se abbia senso chiedersi se abbia senso. Forse è da cercare dopo, un senso, se c’è. Un festival da vivere, innanzitutto. Un festival in cui perdersi. Cinque minuti là, quindici da un’altra parte. Artisti provenienti da ogni dove, conosciuti e non. Un pout pourri casalingo o un’arte allo stato liquido, incontenibile, filosofica. Le parole sono state lasciate fuori, quest’anno, per lasciare spazio alla musica. Per alcuni di noi il suono, come una macchina che esce dallo spirito, può concepire e manifestare la forza di uno spazio, può renderlo possibile, visibile; come succede in teatro con la prima luce che appare sul palco, capace di creare un luogo gravido di promessa. Così si esprime Chiara Guidi, direttrice artistica di questa edizione.
Brainstorming, attraverso il suono delle parole, vuole restituire questa ineffabilità.
Paradosso, forse.
Sì.

Santarcangelo Festival

lunedì 1 giugno 2009

Kinkaleri - Io Mento (29.05.09)

Sapevo che avrei trovato una ventriloqua in scena. Non sapevo niente altro. Quando ho letto il titolo mi sono sentita disorientata: Io Mento. Cosa c’entra la menzogna con una ventriloqua? Poi Le Serve di Genet. Miles Davis. Una donna di 56 anni che parla senza muovere le labbra. Uno spettatore che mi dice di essere rimasto nel dubbio fino alla fine: ventriloqua o playback? Da questo primo studio si capisce che il gioco si svolgerà sul filo del disorientamento, della menzogna sospesa fra il suo essere visceralmente celata o sfacciatamente rivelata. Brancolo nel buio cercando appigli. E approdo alle parole di un imbonitore di 86 anni, che della menzogna ha fatto la sua arte. ascoltate, se volete. Non so dove possa portare. Ma è un primo studio, e mi prendo la libertà delle derive e degli approdi.

Contemporanea Colline Festival - Le Arti della Scena
23 maggio - 1 giugno - Prato

Kinkaleri
 

martedì 5 maggio 2009

F.I.S.Co. 09 - Resoconto finale

Credo che l’art vivant contemporanea stia in una sorta di dutyfree: bene di lusso di tutti e di nessuno, inevitabilmente riconoscibile e sotterraneamente misconosciuto. Andate all’aeroporto e provate a entrare in un negozio tax-free. Vi troverete marchi globalmente accettati accanto a prodotti tipici del luogo, il tutto calorosamente offerto al prezzo di mercato, al di là di rincari governativi. Libertà. L’unico vincolo a cui sottostanno le suddette merci è quello determinato dalla scelta dell’acquirente. Vincolo semantico che genera poetica, universo di senso, tribù.

F.I.S.Co. 09 non ha operato scelte, le ha proposte. E se di fronte a tre ragazze svedesi che cucinano una torta, o a una banda di ottoni che irrompe sulla scena dopo aver fatto il giro dell’isolato mentre quattro bambini tagliano fiocchi di neve di carta, o davanti a danzatori che imitano l’uomo di Neanderthal, o in fianco a wrestler in abito da sera, ci chiediamo “ma questa è arte?”, il festival può considerarsi soddisfatto di aver raggiunto il suo scopo.

Brainstorming si è messo in appostamento. L’osservazione implica una distanza. Ma la superficie della terra di mezzo che separa l’osservatore dall’osservato, non è mai determinata: dipende dal contesto. Credo che l’art vivant contemporanea stia proprio in quella terra di mezzo. Impossibile da osservare, proprio perché ostinatamente in noi. Non resta che mettersi in ascolto e registrare, ascoltare e registrare, ascoltare e registrare, con qualsiasi mezzo, con ogni sorta di complice. Non rimarrà altro che una moltiplicazione di oggetti semantici privi di intenzionalità. Tax free.

Brainstorming ringrazia Elena Biserna e Luca Ghedini per essere stati fra i complici delle registrazioni, Matteo Pasini per averne curato l’esposizione e Monica Cuoghi per l’immagine di questo post.
 

venerdì 24 aprile 2009

Melk Prod. / Marco Berrettini (Ch) - Melk Prod. goes to New Orleans

Brainstorming - Camera di Decompressione per Spettatori e' multitasking e opensource, si avvale di collaboratori passionali e utilizza qualsiasi mezzo a disposizione per far circuitare il pensiero. A chiusura del festival F.I.S.Co. vi proponiamo due commenti arrivati via sms: linguaggio asciutto, selezionato e assolutamente non ridondante. Tutt'altra tribù semantica. A Brainstorming interessa anche questo.


giovedì 23 aprile 2009

Latifa Laabissi (F) - Histoire par celui qui la raconte

Quando uno spettacolo non piace si scatena una sorta di pudore. È difficile trovare le parole per descrivere una delusione. E’ un’assunzione di responsabilità. Laatifa Laabissi ha scelto il buio per lanciare urla lancinanti verso un pubblico forse disorientato, con la testa ancora all’Osteria del Sole, dove la sera prima Eva Meyer-Keller impastava una torta e intratteneva il pubblico con giochi da boy scout. Un buio disorientante, affascinante, sorgente estrema di un immaginario che si discosta completamente dai lavori visti fino a ora. Ma non è forse il gioco di questo festival, passare da una tribù all’altra? Velocemente, giorno dopo giorno, senza pause.

È necessario allenarsi. Cominciate ad ascoltare, scrivere, a condividere.

mercoledì 22 aprile 2009

Kinkaleri (I) - W (Una nuova insegna nella città)

Sguardo urbano. Chiediamo ai passanti cosa sta a significare l’insegna riportante una W. E quell’insegna campeggia, forte del suo potere immaginifico. Per sapere cosa pensa la gente, ascoltate le interviste raccolte. Per sapere di cosa si tratta, entrate nel sito di F.I.S.Co. - Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo, fatevi un giro e scoprite nuovi modi di interpretare la realtà.

New Ways. New Waves, new Worlds.

Eva Meyer-Keller (Sw/D) - Good Hands

L’abito fa il monaco. Se incontro il monaco per la strada, in jeans e t-shirt, non mi accorgo che è un monaco. Stessa cosa se metto un fiore di carta ritagliato, con i petali chiusi, sulla superficie dell’acqua e lo osservo mentre si apre. Certo non penso al principio di capillarità. È bello, e basta. E faccio oooohhh.

Nella mia vita, oltre a intervistare persone, mi occupo di laboratori di scienza per bambini da 3 a 6 anni. Propongo gli stessi esperimenti che ha proposto Eva Meyer-Keller nella sua performance. I bambini fanno ooohh e poi imparano il principio che sta alla base dell’esperienza. L’arte si ferma all’oooohh.

Certo, metterla così è riduttivo. Bisognerebbe ricorrere alle sociologie, che spiegano il motivo per cui le persone si riuniscono in un’osteria a fare ooohh davanti a una casina di marzapane che scoppia. O chiedere alla filosofia estetica contemporanea, che sicuramente si interroga sulla questione del rapporto tra necessità fisiologica e necessità rappresentativa. Leggetevi pure Maffesoli, Agamben, Lorenz, Deleuze, Barthes. Noi, intanto, ci sediamo al tavolo di un’osteria, beviamo un bicchiere di vino e mangiamo quel che rimane di una casina di marzapane distrutta da una mirrorball caduta dal soffitto.

Brindiamo alla Meyer-Keller, a F.I.S.Co, all’arte contemporanea e a tutta la tribù che ci crede!

martedì 21 aprile 2009

Antonija Livingstone / Heather Kravas (Can/USA/F) - XXXXXXXXXXXXXXX - A Situation for Dancing # 4: Mary's Dance

The end. The last. La conclusione. L’epilogo.

Tutti a cercare un senso, un tragitto, un percorso, in questa trilogia di situazioni. A me piace pensare che potrebbe andare avanti all’infinito. Come un canone seicentesco. Ad libitum. C’eravamo abituati a incontrare Antonija Livingstone e Heather Kravas, la sera, prima di andare a dormire. Un’alternativa al libro sul comodino, con la sua storia che avanza, pagina dopo pagina, letta fino a che non si chiudono gli occhi, sicuri che il giorno dopo avrebbero ripreso le fila del discorso. Quello di Antonija potrebbe essere un libro di racconti, di visioni, di situazioni, appunto. A Situation for Dancing potrebbe andare avanti all’infinito. E invece è terminato, forse per sempre, come ha dichiarato la coreografa stessa sugli ultimi passi di danza, prima dell’applauso. Dopo innumerevoli repliche in giro per il mondo, questa è l’ultima. Grazie a tutti.

Antonija e Heather sono vestite di palloncini rosa legati intorno al corpo da uno scotch nero. Hanno eseguito lo stesso passo dall’inizio alla fine, invitando il pubblico a sedersi sul palco, il quartetto d’archi a suonare, due uomini a baciarsi, il tecnico di sala a cambiare le musiche. I bambini, questa volta, erano in platea, seduti, presenti. Il progetto della coreografa canadese si è concluso. C’è chi l’ha seguito assiduamente, e ne ha cercato un senso, chi saltuariamente, e ne ha cercato il senso nei racconti di chi c’è stato. Chi, infine, si è gustato uno spettacolo, cercandone il senso spettacolare. Senza che ce ne accorgessimo, Antonija ci ha portati dentro il suo lavoro, dentro la sua intuizione: una continua ricerca, uno sguardo sulla realtà, da ritagliare a proprio piacimento. Un’assunzione di responsabilità rispetto al tempo, allo spazio, all’azione e alla relazione con l’altro. “Dovete decidere se essere maschio o femmina. O tutti e due!” Ci scherza su, lei, ma in queste parole c’è l’essenza dell’arte contemporanea, persa nella sua stessa definizione. Se il contemporaneo sia una categoria temporale o una categoria estetica, lasciamolo risolvere a chi indaga le filosofie. Noi, in queste tre sere, il tempo l’abbiamo respirato, in quell’ora scandita dall’orologio da polso di Antonija, che, come in una Wunderkammer rinascimentale, ha creato un microcosmo che riproduceva, nella sua armoniosa farragine, il macrocosmo in cui tutti siamo immersi. Forse, più che con-temporaneo, A Situation For Dancing è nel-tempo, in una concezione materica dell’arte, giunta, ormai, allo stato di fusione con la realtà.

lunedì 20 aprile 2009

Antonija Livingstone / Heather Kravas (Can/USA/F) - XXXXXXXXXXXXXXX - A Situation for Dancing # 3: The End is Dear

Materico, straniante, ossessivo, festoso. Il secondo lavoro di Antonija Livingstone si definisce in una calata verso il centro della terrigna vita che ci circonda, nella sua complessità, nella sua meravigliosa anarchia, a cui noi, quotidianamente, cerchiamo di dare un ordinamento.

Essere pubblico, questa volta, è una vera fortuna. Antonija ci dà la possibilità di osservare, con quel distacco giusto, mai definitivo, un accadere. E in scena accadono cose, emozioni, fatti, in un ribollire che ricorda quasi quasi il brodo primordiale, o il traffico del mattino, quando tutto è lì, in potenza, nell’estremo tentativo di affermare il proprio esserci. A un certo punto dello spettacolo, la danzatrice afferma la sua responsabilità per il nostro divertimento, per la nostra noia, per la nostra immaginazione, per la nostra paura. Forse è tutto lì, in quell’atto fortemente politico che ogni giorno ci portiamo appresso: la responsabilità di essere individualità in relazione con il resto.

Che cos'è una Performance?

Che cos’è una performance? Uno dei bambini in scena con Antonija Livingstone e Heather Kravas risponde. E ci lascia sbigottiti.
E voi? Cosa pensate?
Immaginate, genti, immaginate!

domenica 19 aprile 2009

Antonija Livingstone / Heather Kravas (Can/USA/F) - XXXXXXXXXXXXXXX - A Situation for Dancing # 2: The Time Before

Mi dirigo verso lo spazio , a Bologna, dove si svolgerà la prima Situation for Dancing di Antonija Livingston e Heather Kravas. Scopro che ci sarà un concerto all’aperto, proprio nella piazzetta adiacente al teatro, nello stesso orario dello spettacolo. Incontrando le due coreografe sedute su una panchina al bordo della strada, esclamo: “Ci sarà un concerto qui vicino… speriamo non disturbi lo spettacolo!” Antonija mi guarda sorridendo: ”Beh…ci disturberemo! Fa parte della vita!”. Rispondo con un sorriso, ma rimango spiazzata da tanta accoglienza.

Lo spettacolo spiazza molte altre persone, e mi sento meno sola. Ed è proprio questo spiazzamento che apre a infinite discussioni.

Non vi dico altro.
Ascoltate l’audio.
E dite la vostra.

sabato 18 aprile 2009

BAROKTHEGREAT vs Guests (I/BG/NL/UK) - Wrestling - Intuizioni sul Mondo in attesa che diventino una costruzione compiuta (Progetto Speciale)

Le bestie non fingono, e se lo fanno è per un fine preciso. Se lo scopo ultimo dell’animale è l’istinto di sopravvivenza, allora ieri sera eravamo di fronte a un estremo inno alla vita, che altro non è se non corpo, spazio e amore. Sonia Brunelli e Leila Gharib non potevano scegliere luogo migliore, per il loro Wrestling. In quei sotterranei del Paladozza, mentre di sopra la Fortitudo palleggiava, si è svolto un rituale, a cui nessuno può sottrarsi. Perché in quegli improbabili ring fatti di cellophane, sotto quelle mostruose mascherine di paillettes, in quei microfoni maltrattati, c’eravamo tutti noi, catalizzati, sublimati, decostruiti. Chissà se il nostro “sé” si è perso nell’altro, si è sciolto nella tribù, come suggerisce Maffesoli, l’iniziatore della sociologia del quotidiano, di cui il festival condivide l’approccio. Certo è che, ieri sera è successo qualcosa di vero, di paradossalmente reale, nell’estrema finzione di una messa in scena. E siamo sempre al solito punto, su quel fastidioso e affascinante confine che separa l’arte dalla realtà. Ci salva, forse, il nostro essere, inevitabilmente post-moderni, lontani da quell’ansia classificatoria e sistematizzante che ha caratterizzato i nostri padri recenti. Noi siamo vita, relazione, incertezza, mutazione, aggregazione, wrestling, tribù.

venerdì 17 aprile 2009

Antonija Livingstone / Heather Kravas (Can/USA/F) - Prove dello spettacolo

Giovedì sera. Spazio Sì, Bologna. Via San Vitale 67. La Banda Roncati è convocata alle ore 20 per provare un intervento all’interno della performance di sabato 18. Io arrivo alle 20.30. Incontro Antonia Livingston, Heather Kraves, Silvia Fanti. Siamo in attesa. Una musicista è seduta sul gradino del marciapiede. Aspettiamo. Arrivano un sassofono, una tromba, due nacchere, un flauto traverso, una bottiglia di birra. Ogni musicista annuncia l’arrivo imminente di un altro. Non si sa quanti saremo. La Banda Roncati è così: cavalca il tempo e ne asseconda il ritmo. Senza forzature, se non strettamente necessarie. E lo spettacolo contemporaneo va esattamente nella stessa direzione. Niente addestramenti, solo appostamenti. Al limite qualche furto, che poi diventa collaborazione, contaminazione, agglomerazione. Antonija Livingstone ha rubato pezzi di Bologna, per un progetto ad hoc che sta preparando da tre giorni: un gruppo di bambini, un costume da babbo natale, una banda cittadina…ce li restituirà in tre diversi formati, come in quel gioco... come si chiama? Ah! Sì, il Tangram…

giovedì 16 aprile 2009

F.I.S.Co. 09 - 9° Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo

Brainstorming inizia oggi i suoi appostamenti nell’ambito di F.I.S.Co. 09 - Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo. Dal 17 al 23 aprile, si muoverà in modo autonomo, trasversale, defilato, fra spettacoli, prove, installazioni, persone e cose. Indagherà la materia artistica nell’interstizio sociale e relazionale, nell’intercapedine morbidamente intellettuale che separa l’opera dallo sguardo del pubblico. Catalogherà parole attraverso audiointerviste, scritture e conversazioni.

Leggete, ascoltate, partecipate lasciando commenti.

F.I.S.Co 09
 

venerdì 3 aprile 2009

Ridi!

Ridi! - Installazione per la raccolta di risate di Elisa Fontana
Ispirato a Rire di Antonia Baehr

Ridi! è un progetto di arte contemporanea nato nell’ambito di F.I.S.Co. 08 Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo (Bologna), dall’incontro di Elisa Fontana con Antonia Baehr, artista franco-tedesca in residenza artistica a Parigi. Antonia Baehr conduce un progetto artistico sullo studio della risata dal punto di vista formale. Da più di un anno ne raccoglie differenti esempi per poi esaminarli e riproporli in spettacoli e laboratori.

Elisa Fontana, attraverso l’installazione Ridi!, inserita nel suo progetto Wunderchildren - Contemporary Art for Young People, ha raccolto risate di bambini per poi inviarle ad Antonia Baher, a Parigi. Tutti i bambini che hanno lasciato una risata, hanno partecipato all’estrazione di un viaggio di due giorni a Parigi per conoscere Antonia Baher e il Teatro in cui ha lavorato. Tutto il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione delle insegnanti della scuola elementare di Pian di Venola, la Pro-Loco, il Comune di Marzabotto, La Svolta – trasporti, Elitaria – agenzia viaggi.

Worldmaking

Costruttori di mondi, un po’ naives, un po’ temerari, un po’ sarcastici, un po’ e un po’. I tre artisti scelti da Eléonore Grassi, vincitrice del concorso A cura di… indetto dal Comune di Modena per scovare giovani curatori, mostrano il loro sistema di segni, le loro significanze, i loro giochi di senso. Tra fotografia e suono, Cristian Chironi, Dominique Vaccaro e Virgilio Villoresi, popolano la Galleria Neon di Bologna con le loro figurine. Tutto sembra finire in …ino, in questa mostra. Tutto è piccolo e ritagliato, quasi a voler separare la figura dallo sfondo. Sarà il nuovo gioco dei costruttori di mondi?

Worldmaking
a cura di Eléonore Grassi
7 marzo – 2 aprile 2009 - Neon>Campobase (BO)

Neon
 

lunedì 2 marzo 2009

Cuoghi e Corsello - La Quarta Parusia

L'ultima volta che ho visto Monica e Claudio è stato in provincia di Ferrara, in un centro sociale, dopo un viaggio allucinante in una nebbia mai vista. Suonavano, proiettando l'immagine dei loro macchinari elettronici. Poi siamo tornati a Bologna insieme, per farci coraggio nella Pianura Padana invisibile. Entrando nella galleria Neon, sabato scorso, sono stata avvolta da una nebbia. Stavolta era artificiale. "Ci vediamo solo nella nebbia!" Ridiamo.
Mi inoltro nella nuvola bianca e deambulo, incontrando opere gonfiabili: Sono un Filosofo, scultura luminosa gonfiabile, già presentata a Sassuolo per il Festival della Filosofia 2008, e Degrado, una scritta tridimensionale argentata che galleggia nell'aria.
"E' il posto giusto per Brainstorming", penso. E mi infilo nelle intercapedini, negli interstizi che separano opere e pubblico, senza distinguere la voce degli spettatori da quella degli artisti.
A chi ascolta, l'onere di farlo.

Cuoghi e Corsello - La Quarta Parusia
a cura di Guido Molinari

28 febbraio 09 - Neon>Campobase - Bologna
12 marzo 09 - Neon>Fdv - Milano

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martedì 27 gennaio 2009

Netmage 09 - Una Mostra Liquida

Di chi è la colpa se l’arte si è liquefatta? Dicono che l’intera società abbia subìto la stessa sorte. Perfino l’amore. Ora anche Netmage. Mostra liquida la chiamano, i diabolici curatori. E noi ce la beviamo, la ingurgitiamo, la digeriamo, e forse ne sentiremo gli effetti qualche tempo dopo.
Acufeni e catarsi dopo Keiji Haino. Ricordi meccanico-acustici dopo Pierre Bastien. Vibrazione e agonia da Bock & Vincenzi. Sfocature narranti a ricordo di Eclissi.
Brainstorming si chiede cosa fare. Difficile prendere in mano un liquido. Difficile anche insinuarsi tra un pubblico che forse ha bisogno di sbronzarsi e digerire. La scelta, allora, è quella di indagare la materia a livello molecolare, alla ricerca di quel punto in cui le strutture si decompongono e iniziano a fluttuare. Per questo il brain si fa storming, cerca complicità e fa un’intervista al piano di mezzo, a quei personaggi che, all’interno di Netmage, erano forse i soli a trovarsi sul confine, in quel punto di fusione tra la solidità della scena e la liquidità dello sguardo. Chi ha visto la performance di Bock & Vincenzi si ricorderà di quelle figure che, vestite in giacca e cravatta, ci hanno fatto firmare un’ improbabile liberatoria, e, alla fine, ci hanno distolto dalla visione invitandoci ad abbandonare la sala senza un vero perché. Bevete, miei cari, bevete!

Netmage 09 - International Live Media Festival
Bologna - 22-24 genaio 2009

Netmage 09

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lunedì 12 gennaio 2009

Es.Terni - Festival Internazionale della creazione contemporanea

Es.Terni è un festival adolescente, temerario. Ha scelto il termine creazione contemporanea, sfidando gli sconfinamenti che tale definizione può generare. Si insinua in un territorio vergine, e, come le vergini, assetato di esperienze, con la curiosità timorosa e ardita di chi guarda con gli occhi vigili e il corpo abbandonato. Brainstorming ha deciso di riportare le parole del pubblico, meravigliosamente generoso come chi, affascinato dalla novità, racconta con bramosia e ricchezza di particolari. Non compaiono i titoli degli spettacoli, perché ci interessa il commento come esperienza, al di là di qualsiasi scala di valore.

Es.Terni 08 - Festival Internazionale della creazione contemporanea
Terni - 18-28 settembre 2008

Es.Terni
Photogallery 08

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