mercoledì 25 gennaio 2012

Kinkaleri - Nessun Dorma - Teatro Grande (BS)

Cosa significa portare i bambini a teatro? Certo, non è una libera scelta da parte loro. La responsabilità è di chi propone, di chi organizza, di chi accompagna. E allora è importante che loro, i bambini, abbiano la possibilità di esprimere opinioni, dubbi, perplessità, entusiasmi. Minibrainstorming cerca di fare proprio questo. Prima e dopo lo spettacolo, Madame Tempesta, singolare figura di rosso vestita, si aggira tra la folla under 18 per stimolare idee, riflessioni, domande e opinioni, da registrare e da mettere in un cappello. Eccolo qua, il cappello-contenitore: fuor di metafora è un blog a libera consultazione, a cui accedere per scaricare le voci, fatte scorrere una dopo l'altra, in una vertiginosa e un po' scanzonata fiumana di concetti, più o meno esatti, coerenti o rigorosi. Poco importa. Quello che ci preme è cogliere l'attimo in cui un pensiero si fa parola, dotato di orpelli emozionali quali le pause, le stonature, le risate e le sovrapposizioni. Tutto materiale vivo, che vuole essere mantenuto tale, nell'ascolto e nella gemmazione, nell'innesto e nella fioritura, a scuola come a casa.
Umberto Angelini, da poco a capo di un Teatro Grande, di nome e di fatto, che un bambino dichiara risalire al millesettecento...e qualcosa..., conosce bene la materia teatrale, quella succulenta, verace, ricercata, quella che ha a che fare con territori diversi, dai rioni comunali alle scuole, fino ai territori più immaginifici della poesia. Per questo, dall'anno scorso, il pubblico del teatro principale di Brescia, si è diversificato, abbracciando bambini, adulti e anziani, scettici e innamorati, apocalittici e integrati. Perchè se stavolta è toccato a Kinkaleri, temeraria compagnia toscana, a stimolare il pubblico verso territori sconosciuti, fra poco a Brescia arriverà la Societas Raffaello Sanzio, con un Buchettino da vedere a occhi chiusi, sotto le coperte di lana della nonna. Niente da temere, anzi, tutto da esplorare. L'unica sicurezza ce la dà il patto teatrale, che ci garantisce che è tutto finto, giocoso ed effimero. Il resto è affar nostro, quando scopriremo che proprio in quell'ora di finzione abbiamo provato emozioni che ricorderemo per tutta la vita. Figuriamoci se quella vita è appena all'inizio, come quella dei bambini!
Per tre giorni 1500 bambini si affacceranno dai palchetti del teatro ad ascoltare le arie della Turandot reinterpretate da Kinkaleri. Seguiteci, ascoltate e, se volete, commentate!

venerdì 20 gennaio 2012

I AM THAT AM I - Kinkaleri


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I AM THAT AM I. Le serve di Jean Genet fagocitate da una ventriloqua. Un lavoro che fa a meno del classico immaginario dell’autore per proporre una performance ancorata su un doppio livello di rappresentazione. Una performance con la parola e con il corpo, dissociati inesorabilmente ma pronti ad incrociarsi e vacillare. Un testo che nella piena forma della finzione che si finge si apre nell’immagine assente, si spossessa della rappresentazione per consegnarla al suono che si lascia immaginare. Una sola persona in scena, che rappresenta se stessa e che dovrebbe agire mantenendo questi due piani separati. Una sorta di show aperto, un non-show inconcludente, incerto nelle identificazioni dove i contorni si sfumano e tutto diventa misteriosamente un accadimento reale, un evento. Una via di fuga, un tentativo di essere nel teatro più rappresentativo del ‘900 e sovvertirlo dall’interno, aprirlo come Artaud aprirebbe una banana, come un corpo abitato da un virus incubato da tempo.
Brainstorming ha raccolto i racconti del pubblico di Cango, a Firenze.