giovedì 24 giugno 2010

PerAspera - Gran finale

Si è concluso ieri il festival bolognese che ha visto più di trenta gruppi circondare la bellissima Villa Mazzacorati delle poetiche più diverse. Il pubblico era curioso, gli artisti disposti al confronto, le opere diverse e variegate. Cosa volere di più? forse un po' di attenzione da parte delle istituzioni? Solita vecchia storia. Noi guardiamo le stelle, mica il dito!

martedì 22 giugno 2010

PerAspera - Settimo giorno

Il settimo giorno abbiamo visto un micro spettacolo dentro un pulmino Fiat, dove l'esperienza della prossimità così esasperata dei corpi e della scena fa sì che si crei un macro-sguardo sui dettagli della narrazione e della messinscena.

Una lettura appassionata delle vicende di Marie Curie ci fa invece riflettere sulle derive piccolo-borghesi di una società che, vestita a festa nella sua pretesa di imbrigliare la natura nelle umane leggi scientifiche, non fa che cadere inesorabilmente in dimensioni di potere che vanificano il lavoro di chi, come la bistrattata scienziata polacca, opera in modo appassionatamente rigoroso e geniale.

Hana-ni, formazione tutta femminile, ci regala una danza scomposta, in bilico tra l'eroe del fumetto e il suo daimon umano. Francesca Ballico intesse poetiche parole giocando con voce e chitarra, mentre Angelo di Bello ci propone due opere video in cui la boxe viene eletta a nobile arte della concentrazione e della disciplina. Conclude la serata il video di Cilema Reisen, sarcastico, ironico, ammiccante all'estetica pubblicitaria per coglierne le dimensioni comunicative più sottili.

Il pubblico lascia le proprie parole al telefono rosso, in un interessante coacervo di termini, frasi e boutades.

lunedì 21 giugno 2010

PerAspera - Sesto giorno

Una domanda, fra quelle raccolte tra il pubblico del Festival PerAspera alla suggestione 'cosa chiederesti a uno spettatore quando esce da uno spettacolo?' mi ha colpita: 'sei sicuro che quello che hai visto lo conoscevi già?'

Se poesia è creazione, il problema non dovrebbe sussistere. Ma quando, alla fine di uno spettacolo, ci si pone ulteriori e inevase domande, ecco che forse è avvenuta la Genesi di qualcosa che prima non si conosceva.

Allora mi chiedo: cosa può generare il pensiero Majakovskjiano, vecchio di cent'anni, oggi? Forse una recondita invidia nei confronti di chi ha saputo vivere urlando la vita stessa, senza interferenze e pigrizie piccolo-borghesi. Komakino ha creato un ponte fra la caduta dell'Ente Teatrale Italiano e la resistenza vitale di artisti che, nonostante tutto, seguono l'urgenza di farsi ascoltare.

C'è ancora qualcosa da dire? Certo, eccome! Le rivoluzioni non si decidono a tavolino, si fanno e basta.

E nell'impalpabilità della nostra società liquida forse ci siamo già dentro fino al collo.

domenica 20 giugno 2010

PerAspera - Quarto e Quinto giorno

Il Festival prosegue moltiplicando le poetiche e le direzioni. Brainstorming introduce un elemento nuovo per la raccolta delle voci intorno agli spettacoli. Si tratta del telefono rosso già sperimentato in altri festival (vi ricordate il lontano Fies 2008 o Es.Terni 2009?) che raccoglie automaticamente messaggi diversi, concedendo allo spettatore un momento raccolto e solitario, lontano dall'inquietante mano microfonata che si avvicina alla sua bocca con due occhi che gli chiedono: 'cos'hai visto?'.

Compare, inoltre, sul Blog di Massimo Marino un articolo che apre a interessati riflessioni sulla questione della critica agli spettacoli. Riporto una frase dal post su cui vi invito a riflettere: "...perché non c'è più una critica, ma solo voci che si ripetono come echi sempre più lontani, perdendo di sostanza."

E a questo punto chiedo proprio agli spettatori come ritrovare la sostanza all'interno di voci come quelle che ascoltate su questo blog che, lungi dalla semplice ripetizione, si combinano in una massa apparentemente casuale e acritica, galvanizzata dalla democratizzazione crescente della rete ma, forse, vaporizzata nella componente solipsistica dell'accesso. Insomma: ora che tutti possono parlare, di cosa parliamo?

venerdì 18 giugno 2010

PerAspera - Terzo giorno

Ecco il terzo giorno di Festival. Si iniziano a fare riflessioni più articolate con un pubblico che accorre incuriosito dalla perseveranza di un'arte che sente la necessità di uscire allo scoperto.

Al pubblico la parola ;-)




giovedì 17 giugno 2010

PerAspera - La Domanda

Brainstorming, al secondo giorno di festival, stimola il pubblico a una riflessione su se stesso, chiedendo:'cosa chiederesti a una persona quando esce da uno spettacolo?'

Momento delicatissimo, quello di un corpo che si ridà al mondo dopo una visione. C'è chi preferisce custodire la propria catarsi in solitudine, chi invece ama condividere, chi si infastidisce alla domanda e chi ne viene stimolato. Riporto una frase citata da Roger Bernat: 'El teatro sigue siendo el unico lugar de confrontacion del publico consigo mismo como colectivo' (Il teatro rimane l'unico luogo di confronto del pubblico con se stesso).

Dentro una sala teatrale non possiamo fare altro che accettare di essere un collettivo, sia pure soltanto per il fatto che l'art vivant chiede alla scena di essere calpestata, in presenza di qualcun altro che si presta a esserne testimone.


mercoledì 16 giugno 2010

PerAspera - Primo Giorno

Primo giorno di festival. Sul viale d'ingresso ho la schiacciante sensazione di aver sbagliato vestito, o epoca. Mi rimangio quello che ho scritto nel post di ieri: "E' inutile, quindi, parlare di generi, epoche o quant'altro." E' utile, eccome! Perché avere delle statue tutt'intorno a me finché guardo uno spettacolo non mi era mai capitato. E mi ha fatto riflettere. Trecento anni. Com'era l'arte contemporanea trecento anni fa? Grande dibattito. Leggetevi Del contemporaneo. Saggi su arte e tempo edito da Mondadori. Com'era il pubblico di trecento anni fa? Era seduto dove stavamo noi ieri sera. Cercava le stesse cose che cerchiamo noi? E gli artisti? Cosa cercano?

Ieri sera abbiamo visto corpi danzanti, oggetti sacrificali, corpi recitanti, pixel e decibel. Ognuno nella propria Weltanschauung. Ho sentito la mancanza di un Concept che mi spiegasse il motivo di tutte quelle presenze. Poi ne ho giustificato l'assenza, aggrapandomi alle cariatidi del teatrino, che con i loro trecento anni di visioni forse mi possono insegnare qualcosa in più sul mio essere spettatrice.


martedì 15 giugno 2010

PerAspera 2010

Parte oggi PerAspera, festival tutto bolognese che sfida la schizofrenica disfonia del sistema culturale italiano, scommettendo sul glocal dell'arte. L'Emilia-Romagna della creazione giovane è praticamente tutta qui, per otto giorni, a sondare i propri terreni poetici, mettendosi alla prova con nuovi formati, fortemente catalizzati dal luogo in cui ci si trova: una villa del Seicento. Il teatrino del 1763, a due ordini di logge sorrette da cariatidi e telamoni di stucco, a dispetto di tutti gli apocalittici, è già in rete con i Teatri Storici d’Europa per uno scambio di produzioni e una successiva distribuzione del progetto. E' inutile, quindi, parlare di generi, epoche o quant'altro. Noi ci apposteremo e staremo a vedere cosa accade.

PerAspera 2010