Giovedì sera. Spazio Sì, Bologna. Via San Vitale 67. La Banda Roncati è convocata alle ore 20 per provare un intervento all’interno della performance di sabato 18. Io arrivo alle 20.30. Incontro Antonia Livingston, Heather Kraves, Silvia Fanti. Siamo in attesa. Una musicista è seduta sul gradino del marciapiede. Aspettiamo. Arrivano un sassofono, una tromba, due nacchere, un flauto traverso, una bottiglia di birra. Ogni musicista annuncia l’arrivo imminente di un altro. Non si sa quanti saremo. La Banda Roncati è così: cavalca il tempo e ne asseconda il ritmo. Senza forzature, se non strettamente necessarie. E lo spettacolo contemporaneo va esattamente nella stessa direzione. Niente addestramenti, solo appostamenti. Al limite qualche furto, che poi diventa collaborazione, contaminazione, agglomerazione. Antonija Livingstone ha rubato pezzi di Bologna, per un progetto ad hoc che sta preparando da tre giorni: un gruppo di bambini, un costume da babbo natale, una banda cittadina…ce li restituirà in tre diversi formati, come in quel gioco... come si chiama? Ah! Sì, il Tangram…
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