Nella mia vita, oltre a intervistare persone, mi occupo di laboratori di scienza per bambini da 3 a 6 anni. Propongo gli stessi esperimenti che ha proposto Eva Meyer-Keller nella sua performance. I bambini fanno ooohh e poi imparano il principio che sta alla base dell’esperienza. L’arte si ferma all’oooohh.
Certo, metterla così è riduttivo. Bisognerebbe ricorrere alle sociologie, che spiegano il motivo per cui le persone si riuniscono in un’osteria a fare ooohh davanti a una casina di marzapane che scoppia. O chiedere alla filosofia estetica contemporanea, che sicuramente si interroga sulla questione del rapporto tra necessità fisiologica e necessità rappresentativa. Leggetevi pure Maffesoli, Agamben, Lorenz, Deleuze, Barthes. Noi, intanto, ci sediamo al tavolo di un’osteria, beviamo un bicchiere di vino e mangiamo quel che rimane di una casina di marzapane distrutta da una mirrorball caduta dal soffitto.
Brindiamo alla Meyer-Keller, a F.I.S.Co, all’arte contemporanea e a tutta la tribù che ci crede!
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