Santarcangelo quest’anno è stato un festival immenso, fuor di confine. Un immaginario esteso, forse sfuggente. Da chiedersi se abbia senso. Da far chiedere se abbia senso chiedersi se abbia senso. Forse è da cercare dopo, un senso, se c’è. Un festival da vivere, innanzitutto. Un festival in cui perdersi. Cinque minuti là, quindici da un’altra parte. Artisti provenienti da ogni dove, conosciuti e non. Un pout pourri casalingo o un’arte allo stato liquido, incontenibile, filosofica. Le parole sono state lasciate fuori, quest’anno, per lasciare spazio alla musica. Per alcuni di noi il suono, come una macchina che esce dallo spirito, può concepire e manifestare la forza di uno spazio, può renderlo possibile, visibile; come succede in teatro con la prima luce che appare sul palco, capace di creare un luogo gravido di promessa. Così si esprime Chiara Guidi, direttrice artistica di questa edizione.
Brainstorming, attraverso il suono delle parole, vuole restituire questa ineffabilità.
Paradosso, forse.
Sì.
Santarcangelo Festival
Brainstorming, attraverso il suono delle parole, vuole restituire questa ineffabilità.
Paradosso, forse.
Sì.
Santarcangelo Festival
Nessun commento:
Posta un commento