giovedì 22 aprile 2010

Kroot Juurak (Est/A) - Once Upon

Credo che non dovremmo soffermarci alla prima visione. Kroot Juurak si presenta silenziosa, immobile, concentratissima. La scena è pressoché vuota, solo una valigia, sacchetti della spesa, la spesa. Tutto si dipana in maniera, direi, ovvia: lei si costruisce un castello, arriva il dinosauro grigio che tenta di scavalcare il fossato, annega. Lo pteranodonte allora ruba il pennacchio alla guardia e lo fa cadere nell'acqua, ma il dinosauro grigio è già affogato. Da chissà dove arriva il dinosauro arancione, quello buono, quello innamorato. Mille peripezie, un mago che trasforma la principessa in cane, gatto, uccello. Il dinosauro arancione è pazzo d'amore, salta, s'infuria, si dispera, ma la principessa se ne va.

L'artista estone gioca a un gioco infantile, con la serietà di un alchimista, la precisione di un chirurgo, la concentrazione di un manovratore. E noi, di fronte, non sappiamo se crederci. Se Cassandra fosse stata ascoltata, cosa sarebbe successo? Forse non ci sarebbe il mito. Meglio allora assistere a una catastrofe, che restare nell'idiozia preventiva. In fondo, noi spettatori, non possiamo che assistere, sicuri di esistere, grati di essere stati invitati, desiderosi di dire la nostra in proposito. Nessuno ce lo vieta, l'importante è averne il coraggio. Perchè un dinosauro di plastica arancione può, nonostante tutto, scatenare una tempesta. Non lo chiamavano effetto farfalla? Ma per favore! Non siate politically correct! Se lo spettatore è piantato, l'artista è cane, e l'esperienza è color cane che scappa.

Special Guest: Vittorio Marangoni - scenografo, scultore

 

Nessun commento: