martedì 22 novembre 2011

Pulsi 11 - UNDERANDOVER

Pulsi 11 si conclude con l'apertura al pubblico dei lavori vincitori del bando UNDERandOVER, progetto nato nel 2005 come concorso per le giovani generazioni portato avanti dall’associazione Takla. Per cinque edizioni il progetto ha visto crescere l’interesse per la pratica del'improvvisazione, costruendo ha costruito una rete di artisti che oggi necessita più che mai dei tempi, degli spazi e dei modi adeguati per poter crescere e svilupparsi. L’obiettivo è quello di sostenere chi si dedica all’improvvisazione attraverso una concreta occasione di coproduzione del loro lavoro. Ecco il programma di sabato 19 novembre negli spazi di Triennale Bovisa: Famiglia Fuché, Installazione per corpi e voce, Alessio Maria Romano, Il maleficio, Silvia Zerbeloni + Beppe Sordi, studio per “Muffa, Marta Zollet, solo danza, Claudia Caldarano + Beppe Scardino, duo danza e sassofono.

sabato 19 novembre 2011

Pulsi 11 - Dara Siligato + Enrico Malatesta + CLAN

Penultima serata del festival Pulsi 11, con la presentazione dei libri: “e non chiamatelo jazz” di Giancarlo Schiaffini e “all’improvviso” di Valter Prati- Auditorium edizione, la performance di Dara Siligato, il solo per percussioni di Enrico Malatesta e il CLAN sonoro e corporeo di Alberto Prezzati, Marco Clivati e Claudia Giordano. Un'altra serata di approfondimento della tecnica improvvisativa, con il dubbio che sia proprio una tecnica...o non qualcos'altro. Le parole non bastano ancora, nonostante la pubblicazione di libri, come quelli di Schiaffini e Prati, che sicuramente ci danno la possibilità di penetrare, almeno con l'intelletto, un mondo che si regge, lo capiamo sempre di più man mano ci inoltriamo nel festival, su questioni altre.
E questo terreno sdrucciolevole piace a Brainstorming, che nella sua caccia di tempeste cerebrali, in realtà sonda le parole vibranti subito dopo l'esperienza, captando anche i silenzi, le titubanze e le contraddizioni di pubblico e di artisti. Ed è proprio la contraddizione che Clivati mette in campo subito dopo la sua performance al Teatro dell'Arte di Milano il 17 novembre, annunciando di non aver improvvisato. "Io non improvviso, non compongo, io faccio quello che devo fare". Necessità pura. Vaporizzazione di qualsiasi concetto produttivo. Una pratica che si mostra davanti a un pubblico, chimato a "subentrare" e non ad "aspettare", come la parola "spettatore" suggerisce. E' quindi legittimo chiedersi se la pratica improvvisativa, oggi, comprenda fortemente una qualità di sguardo da parte del pubblico, una fiducia incondizionata e una messa al bando di qualsiasi aspettativa. Chissà se ancora oggi, nel nostro essere post post moderni, siamo ancora in grado di avere quella disposizione alla meraviglia che sta alla base di qualsiasi costruzione poetica, sia essa di chi guarda o di chi fa...che forse è la stessa cosa.

Pulsi 11 - Workshop con Catherine Jauniaux

Pulsi 11 propone un laboratorio che esplora la voce umana con attenzione particolare all’espressione individuale, alla musicalità e all’improvvisazione. L'artista è Catherine Jauniaux, attrice e cantante, spesso soprannominata la “donna-orchestra”, ha collaborato con le figure più rimarchevoli del teatro d’improvvisazione, del cinema, del rock d’avanguardia e della danza. Le sue performance sempre appassionanti mescolano gravità e humor, ricerche sonore, emozioni, astrazioni e melodie.
Ascolta i racconti degli allievi partecipanti al workshop.

giovedì 17 novembre 2011

Pulsi 11 - Giovanna Velardi + Voixcorps + Vincent Moon

Tre lavori in una serata dedicata all'improvvisazione: Giovanna Velardi con il suo solo, Catherine Jauniaux e Emmanuelle Pépin in un duo per corpo e voce e, infine, tre cortometraggi di Vincent Moon in collaborazione con Esterni - Milano Film Festival. Le voci degli spettatori raccontano una serata sospesa tra voce, suono e immagine nell'istante necessario del proprio essere in scena.

Pulsi 11 - Masterclass con Teri Weikel e Tristan Hosinger

Il festival Pulsi non propone spettacoli ma incontri con gli artisti. Questo dichiara Cristina Negro, direttrice artistica, insieme a Filippo Monico. E questo accade dall'11 al 20 novembre, fra il Teatro dell'Arte e la Triennale Bovisa. Uno degli incontri più interessanti è stato quello fra Tristan Hosinger e Teri Weikel, due giganti dell'improvvisazione, che hanno accolto una trentina di allievi di discipline e arti diverse. Ne è nato un evento in cui corpo, suono e voce sono stati protagonisti di un'azione corale giocata sull'istante. Ascoltate i racconti dei partecipanti.

mercoledì 16 novembre 2011

Pulsi 11 - Teri Weikel + Tristan Hosinger

L'essenza. Ricordo Parmenide, che agli albori della nostra filosofia occidentale nominava l'essere in quanto "ciò che è ed è impossibile che non sia". Tristan Hosinger, artista - con - violoncello (molto più che un violoncellista) parla di "vibrazione", mentre Teri Weikel, artista - che - danza (molto più che una danzatrice) parla di "ascolto". E sul palco del Teatro dell'Arte è accaduto qualcosa che sfugge alle definizioni. Si parla di improvvisazione, dicendo tutto, con il rischio del nulla. Si sfuma nella filosofia, ma, in realtà, è pura poesia, nella sua accezione meno edulcorata, quella che si rifà al greco, e che significa "creazione". Non ci si sforza di essere belli, nemmeno bravi, e tantomeno di funzionare, qui in questo festival in cui, come dice Cristina Negro, direttrice artistica insieme a Filippo Monico, si propone un'esperienza, non certo "spettacoli". E allora servono le virgolette, a queste parole che non bastano, nemmeno a descrivere una visione, come dichiarano, spiazzati, emozionati, disorientati e affascinati gli spettatori intervistati dal malefico registratore decompressivo di Brainstorming. Ascoltate e, se volete, lasciate un commento...servirà a tracciare le linee per nuove idee.

martedì 15 novembre 2011

Segno dell'azione - laboratorio di Hiroyuki Nakajima

Hiroyuki Nakajima è calligrafo e artista visivo, nei suoi lavori si occupa di pittura astratta. Si esibisce in performance improvvisate, influenzate dalla pratica del Tai Chi per mostrare l’atto e il segno. Nell'ambito del festival Pulsi 11 ha condiviso la sua arte con gruppi diversi di persone: bambini, adolescenti e adulti. Brainstorming ha raccolto i racconti dei diversi sguardi, collezionando i differenti linguaggi con cui è possibile descrivere un'esperienza che il maestro definisce così: "Nell’attimo dell’ispirazione, maneggiamo il pennello di getto e l’azione (movimento del corpo) diventa linea sulla superficie cartacea."

lunedì 14 novembre 2011

Pulsi 11 - Piccole Meraviglie

L'improvvisazione per i più piccoli si chiama Pulsini, versione under 18 del festival Pulsi 2011. E si tratta di una delle sperimentazioni più interessanti del panorama performativo italiano destinato alla prima infanzia. Ideato dalla danzatrice Cristina Negro e dal musicista Filippo Monico Piccole Meraviglie è un progetto che si ispira a Wonderland, performance creata dalla danzatrice giapponese Makiko Ito residente ad Amsterdam. Si tratta di un evento in cui suono, corpo, voce e spazio si offrono ai bambini in una dimensione totalmente libera, dando origine a un contesto poetico in cui partecipare e interagire. Sempre diversa, la performance si regge sui delicatissimi equilibri dell'improvvisazione, con cambiamenti e imprevisti che solo una sapiente esperienza e una docile follia sanno cogliere e rilanciare verso una creazione realmente collettiva. MINI-BRAINSTORMING (Camera di decompressione per spettatori bambini) ha raccolto le voci dei bambini prima, durante e dopo Piccole Meraviglie, per restituire, attraverso i racconti, l'atmosfera che ha permeato, per un pomeriggio, il Teatro dell'Arte di Milano.

sabato 12 novembre 2011

Pulsi 11 - L'appartamento

Il festival Pulsi 11 di Milano, ideato da Takla Improvising Group, ha esordito, ieri, con un'anteprima domestica, giocata sui confini labili che separano il pubblico dai performer, in una delle pratiche più liquide e rarefatte dell'arte contemporanea: l'improvvisazione. L'appartamento, performance svoltasi in zona Ortica di Milano, ha aperto le porte e gli sguardi del pubblico, dando la possibilità di esperire con corpo, gesti, suoni e relazioni, l'arte dell'improvvisazione, che, normalmente relegata alla dimensione musicale, il festival Pulsi ci propone attraverso linguaggi molteplici, dalla danza di Teri Weikel alla performatività dei bambini, fino al violoncello di Tristan Hosinger e di altri artisti della scena improvvisativa contemporanea. Dal 14 al 20 Brainstormig seguirà tutti gli eventi del festival, per restituire racconti, percezioni e suggestioni attraverso le parole del pubblico: un riverbero casuale e fortemente aperto a nuove scritture di senso. Seguite, ascoltate e commentate, a partire dalla prima registrazione già online.

mercoledì 9 novembre 2011

In un luogo imprecisato - Liliana Moro

Io sono a Cagliari, lontana da tutto e da tutti. Mi arriva un sms di Lelio Aiello "Mi ascolti in streaming alle dieci?". Io sto mangiando tagliatelle con la bottarga, le arselle e i carciofi. Finisco e vado in albergo, tolgo le scarpe, apro il computer, mi collego alla rete e ascolto. Poi accendo il registratore e parlo. Commento quello che ascolto, in un gioco di specchi che disorienta. Nulla di nuovo, no. E cosa ci interessa del nuovo? Ho appena finito di conversare con un cinquantenne conosciuto per caso, solo perchè condivideva la mia stessa sala da ristorazione. Si parlava del vecchio, e di quello che, quel vecchio, è ora.
Altre parole, ora, alla radio, inneggiano a 'una coscienza critica che non si enuncia in qualità di principio ma che si esercita puntualmente e dolorosamente sul corpo proprio e degli altri'.
Io ho esercitato la mia coscienza critica sul corpo meccanico di un registratore, così come ha fatto Liliana Moro, con il suo radiodramma, che altro non è che un filtro tra la necessità di un artista e la curiosità di un pubblico.
Trovo interessante questa distanza, che rende l'arte più liquida di come Bauman se la immagina, e, forse, maggiormente portatrice di valori di quanto si immaginino gli assassini del postmoderno.
Nulla di nuovo nell'ascolto in streaming. Il calcio ci supera in qualità e auditel. Credo che l'incedere carbonaro dell'informazione via sms del radiodramma di Liliana Moro, conceda all'opera quella componente esistenziale che, paradossalmente, si sposa con la stratificazione asettica del mezzo.

Un inno all'istruzione per l'uso, alla posologia dello psicofarmaco, alla performance da viaggio (la puoi ascoltare anche in viaggio (!), al molti - uno, alla possibilità di partecipare a un'esperienza con la consapevolezza di poter chiudere senza che nessuno lo venga a sapere: la coscienza critica esercitata puntualmente e dolorosamente sul corpo proprio. Agli altri ci si pensa dopo.

venerdì 28 ottobre 2011

Gob Squad - REVOLUTION NOW!

Dicono che il postmoderno sia finito. E a decretarne la morte un ritorno ai "valori", a grumi di senso a cui aderire oppure no. Checcè ne dica il Victoria and Albert Museum, con la sua retrospettiva, pronta a metterci in fila "dietro" decisioni intellettuali e poco hand-on, Gob Squad rilancia, con uno spettacolo sulla rivoluzione. Revolution now! Un Brecht contemporaneo...uh, quanti ne abbiamo sentiti! Oggi più che mai, quando la politica diventa estetica di un potere che non si sa bene dove stia...dentro un bunker o sugli scaffali di un supermercato (roba da Rodrigo Garcia!) Gob Squad si muove in altre direzioni, esplora la relazione, l'improvvisazione e la retorica, per scardinarla e trasformarla in poesia. Proprio come la Commedia dell'Arte, come dice uno spettatore intervistato...o come qualsiasi talk show da quattro soldi...in cui la verità perde i confini e si immola alla fiction. Ieri a Torino, al Festival Prospettiva 150 Stranieri in Patria,  è successo qualcosa, non si sa bene cosa, se teatro o esperienza. Ma va bene così. Senza rimpianti nei confronti di una categorizzazione...altamente postmoderna... Noi ne usciamo, a testa alta, sentendoci dentro la rivoluzione, almeno per finta.

giovedì 27 ottobre 2011

Contro il fanatismo - petizione in sostegno dello spettacolo 'Sul concetto di volto nel figlio di Dio' di Romeo Castellucci

Comité de soutien à la liberté de représentation du spectacle de Romeo Castellucci au Théâtre de la Ville - Paris. Pour signer, envoyez un mail à l'adresse suivante : comite-de-soutien-castellucci@theatredelaville.com Indiquer dans le corps du mail vos nom, prénom, profession suivis de la mention "Je signe". Depuis le 20 octobre, date de la première, les représentations de Sur le concept du visage du fils de Dieu de Romeo Castellucci au Théâtre de la Ville donnent lieu à des événements graves. Un groupe organisé d’individus qualifiés d’intégristes chrétiens, se réclamant en partie de l’Action française, a tenté d’empêcher l’accès au Théâtre de la Ville en bloquant les portes, en agressant le public, en le menaçant, en l’aspergeant d’huile de vidange, de gaz lacrymogènes et en lui jetant œufs et boules puantes, tandis que leurs complices, militants du Renouveau Français, entrés dans la salle, ont interrompu la représentation dès le début en occupant la scène et en déployant leur mot d’ordre : «La christianophobie, ça suffit ». L’AGRIF avait demandé par voie de justice l’interdiction du spectacle et avait été déboutée de sa demande par le Tribunal de Grande Instance le 18 octobre 2011. La police doit donc intervenir chaque jour à l’entrée du théâtre, et nous nous sommes vus dans l’obligation de l’appeler à l’intérieur de la salle à plusieurs reprises pour qu’elle évacue ceux qui occupaient la scène, ce qui s’est fait sans heurts, parce que nous avons veillé à éviter des affrontements entre ces envahisseurs et le public outré de tels agissements. Le personnel du théâtre s’est montré résolu et efficace en ces pénibles circonstances, et, malgré les nombreux incidents et interruptions, les représentations ont pu, jusqu’à présent, avoir lieu. Que ces groupes d’individus violents et organisés, qui se réclament de la religion contre une soi-disant « christianophobie », obéissent à des mouvements religieux ou politiques, demande une enquête ; pour nous, en tout cas, ces comportements relèvent à l’évidence du fanatisme, cet ennemi des Lumières et de la liberté contre lequel, à de glorieuses époques, la France a su si bien lutter. Le théâtre a d’ailleurs très souvent été pour ces luttes, un lieu décisif. On ne peut en rester là. De tels agissements sont graves, ils prennent une tournure nouvelle, nettement fascisante. Ces groupes d’individus s’empressent en outre de décréter blasphématoires, de façon automatique, des spectacles qui ne sont dirigés ni contre les croyants, ni contre le christianisme. Des critiques de journaux importants, qui ne font pas mystère de leur foi chrétienne, ont d’ailleurs loué sans réserve ce spectacle lors de sa présentation en Avignon. Nous vous invitons aussi à lire les déclarations de Romeo Castellucci, publiées dans le programme distribué chaque soir au public, pour comprendre ses intentions et son propos d’artiste. Nous n’entendons pas céder à ces menaces odieuses, et ce spectacle sera maintenu malgré toutes les tentatives d’intimidation. Nous invitons le public à y assister, en toute liberté. Le spectacle, coproduit par le Théâtre de la Ville, y est présenté jusqu’au 30 octobre ; puis il sera repris, dans le cadre de notre partenariat, au Centquatre du 2 au 6 novembre. Il est d’ailleurs à noter que ce spectacle a été présenté sans troubles en Allemagne, en Belgique, en Norvège, en Grande-Bretagne, en Espagne, en Russie, aux Pays-Bas, en Grèce, en Suisse, en Pologne et en Italie, et que c’est en France qu’ont lieu ces manifestations d’intolérance. Nous créons donc un comité de soutien s’adressant à toutes les personnes de bonne volonté – et cette expression est ici particulièrement bienvenue – pour défendre au-delà même du spectacle de Romeo Castellucci, la liberté d’expression, la liberté des artistes et la liberté de pensée, contre ce nouveau fanatisme. Emmanuel Demarcy-Mota, directeur et l’équipe du Théâtre de la Ville.

martedì 26 luglio 2011

E.C.O. - Electronic Cooperation Online

Pietro Babina è a Drodesera 2011, il festival di fine estate, in cui si incrociano le innovazioni artistiche italiane della Factory di Fies e le ricerche europee più significative. Caracatastrofe è un titolo pesante e nero, come il colore che impera nelle immagini del festival, ma foriero di pensieri apocalittici e utopici, che solo nelle visioni immaginifiche dell'arte si possono ritrovare.
Il progetto ECO, di Mesmer An Artistic Association, è utopico, forse catastrofico, sicuramente spiazzante. Mette in discussione il concetto stesso di drammaturgia, per darlo in pasto alla rete, secondo un sistema di relazioni che oltrepassano l'orizzontalità e la partecipazione per farsi sistema. Si presenta come un un progetto di ricerca e indagine sulla scrittura drammaturgica per il teatro, cinema e audiovisivi, interoperativo e intercreativo online, e lascia aperta la possibilità di tradire il concetto stesso di progetto, in nome di un'apertura che forse spaventa. Lo spettatore è spiazzato, incuriosito e preso in causa in modo determinante, non tanto nel suo ruolo, quanto nel suo stesso concetto. L'idea di fruizione entra in simbiosi con quella di creazione, per creare poesia, una poesia che fluttua, o meglio, naviga, come si fa nella rete, smettendo di portare altrove, per entrare dentro.
Brainstorming si insinua nelle maglie della rete e interroga, si confronta, discute e mette a disposizione, le voci degli spettatori, in modo osmotico, l'unico possibile.



domenica 8 maggio 2011

PRIMA PERSONA. CRISTINA RIZZO

Partendo dal testo di Derrida "L'animale che dunque sono", passando dalla teoria del genio, fino all'opera d'arte nell'era della sua riproducibilità tecnica, incrociando lo studio dei comportamenti animali fino a una rievocazione degli Smiths, capisco che il retroterra di Invisibile Pieces è vasto. Mi chiedo se abbia senso ricercarne i confini, sapendo che Cristina Rizzo non se ne dà, pur agendo secondo una metodologia di ricerca rigorosa e dettagliata. Sedute alla finestra di un castello, abbandonate ai voli pindarici dell'intelletto come due dame di compagnia, parliamo di Anna Pavlova, della sua contemporaneità, di quella sua "aderenza" alla sua stessa rappresentazione, in un tutto che, come afferma Cristina, è lì, inspiegabilmente emozionante.
Cerchiamo di sondare l'inspiegabile universo del "genio", di capire se il suo mondo è "creazione" o "permeabilità", se prima dell'opera c'è il tutto o il nulla e in che relazione si pone l'artista rispetto a questo.
E se il tutto e il nulla fossero esattamente la stessa cosa? E che cosa? Forse la morte? E in che relazione ci poniamo noi, umani, con essa? È forse la percezione della morte che ci distingue dagli animali? O siamo noi umani che, con maestosa superbia, ci arroghiamo il diritto di essere i soli e gli unici a porci in una posizione meta-riflessiva?
Se dal Settecento in poi l'opera d'arte entra nel museo, oggi dove si trova?
Nel Genio ottocentesco? O nella serigrafia novecentesca?
Un genio serigrafato ha lo stesso valore di una serigrafia geniale?
È possibile mostrare il risultato e il processo che l'ha prodotto in uno stesso istante?
Heisenberg ha dimostrato che l'uso di uno strumento di misura diverso può invalidare il risultato.
Allora non ci resta che mostrare lo strumento come risultato e stare in attesa di vedere cosa accade in chi si guarda.
L'arte di Cristina Rizzo è un'operazione a cuore aperto, un sistema operativo senza interfaccia, un corpo senza pelle, un'ombra di cui si vede la fonte della luce e l'oggetto proiettato, una visione a trecentosessanta gradi, destabilizzante, di cui si cerca di capire l'ingranaggio, restando, infine, inevitabilmente affascinati dal meccanismo che si mostra, pur nella sua misteriosa invisibilità". (Conversazione con Cristina Rizzo su Invisibile Piece)

Il Dipartimento di Musica e Spettacolo di Bologna dedica un articolato momento di riflessione a Cristina Rizzo,danzatrice, performer, coreografa, profonda esploratrice dell'umano e dello spazio da esso abitato.
Nell’ambito della Soffitta 2011 è presente con due spettacoli di cui è autrice e interprete, Dance N° 3 (2009) e Invisible piece (2011).
Un momento di dialogo aperto al pubblico completa il progetto. Parole del corpo. Incontro con Cristina Rizzo vuole essere un’occasione di scambio tra l’autrice, alcuni studiosi e la platea, un confronto utile per esplicitare e illuminare tratti rilevanti del percorso di questa artista, ma anche, più in generale, per riflettere sulle modalità che può trovare e attraversare oggi il processo creativo in danza.

Brainstorming è stato là, ha raccolto parole e le ha messe a vostra disposizione.
Cercate gli oggetti audio nel box in alto e ascoltate.

martedì 19 aprile 2011

Spill Festival of Performance

Brainstorming Camera di Decompressione per Spettatori è a Spill Festival of Performance (London). In collaborazione con Carla Esperanza Tommasini, artista attiva nel campo della performing art, Brainstorming torna alla sua dimensione installativa, con uno spazio all'interno del Barbican Center, dove, dal 18 al 24 si susseguono performances e spettacoli della scena inglese e internazionale, scelti da Robert Pacitti, direttore artistico del festival. 

Brainstorming, a Spill Festival, è un vero e proprio spazio in cui il pubblico può entrare, fermarsi e interagire con diversi dispositivi per la raccolta e la restituzione di pareri, riflessioni, commenti intorno agli spettacoli. Cd players, cartoline su cui scrivere o disegnare, un telefono dotato di segreteria in cui lasciare il proprio messaggio, interviste al pubblico dopo gli spettacoli e agli artisti durante la preparazione del loro lavoro... Tutti i materiali raccolti verranno pubblicati sul blog e sul sito del festival, oltre a essere a disposizione del pubblico nello spazio Brainstorming.

Brainstorming si offre come luogo di decompressione pre e post show, punto di partenza per riflessioni intorno all'arte, continua rielaborazione di idee. Un progetto che scardina l'autorità del giudizio per lasciare spazio alla condivisione di opinioni.
 

lunedì 18 aprile 2011

Jonathan Borrows / Matteo Fargion

Il festival F.I.S.Co. chiude con Jonathan Burrows e Matteo Fargion, straordinari performer, con due lavori che toccano con la consueta leggerezza i territori della musica e della danza. Cheap Lecture è un manifesto del metodo di lavoro dei due artisti e del loro modo di relazionarsi al pubblico. Un'opera la cui musicalità nasce dalla parola ritmica, come una sequenza costruita su un'inarrestabile cascata di pensieri. Ispirato a Lecture on Nothing di John Cage, Cheap Lecture è una performance intrisa di humour e filosofia in cui la danza, in senso stretto, è azzerata: sono le parole che danzano e segnano il tempo.
Il lavoro è contemporaneo alla pubblicazione di A Choreographer’s Handbook (Prontuario di un coreografo) di cui Burrows è autore.

venerdì 15 aprile 2011

Every now and then

Mette Edvardsen indaga lo spazio. Spazio di costruzione di una performance, nel senso più allargato del termine. Se performance è atto, lavoro, compimento di un'azione, allora tutti gli elementi sono in campo: soggetto - che - compie - l'azione, tempo e spazio.
E se il soggetto è il performer con i suoi oggetti e il tempo è la durata della performance, ecco che lo spazio pone dei problemi. Con un libro in mano, lo spettatore si dispone a una fruizione personale e interattiva: può girare le pagine, chiudere il libro, iniziare a sfogliarlo dalla fine. Lo spazio dell'azione è il libro.
Poi li spazio si allarga, dilatato nella scena di un teatro in cui accadono le stesse cose che accadono nel libro. Con qualche scarto, però.
Lo spazio della peformance diventa quell'intercapedine contestuale che unisce e separa il libro dalla scena. Dove accadono le cose?
Mette Edvardsen ha un approccio di tipo scientifico: dato un problema ne esplora le derive e le possibilità. I due lavori presentati al festival indagano, con un rigore matematico, le dimensioni percettive dell'umano, in un'analisi formale che esplora la complessità dell'essere e ne propone costruzioni sceniche.
Strutturalismo? inutile porsi questa domanda. Gli -ismi sono morti, si sa, solo Spangberg osa riproporli, in modo, non a caso, tutto personale. Certo una linea linguistica, nel lavoro di Mette, si riconosce... e la mente italiana torna a capolavori della scena quali Otto, di Kinkaleri, o certe creazioni di Jerome Bel... non vi pare?
 

giovedì 14 aprile 2011

Critical Cab

Critical Cab: i transiti sono azioni funzionali che possono convivere con altre attività (mentali per lo più). Al volante, il corpo del guidatore si estranea dal proprio pensiero assolvendo a meccaniche inconsce. I pensieri procedono in parallelo, si sviluppano in un intreccio tecnico tra semafori e cambi di marcia. Abbiamo chiesto a cinque artisti che seguiranno tutto il festival, di offrire un passaggio sulle loro auto agli spettatori che si vorranno prenotare. Lì, nello spazio intercapedine dello spostamento, condivideranno attese, prospettive, conoscenze, affinità e divergenze sul lavoro di altri artisti invitati, ma non solo. Un esercizio di critica naturalizzata, ostruita o esaltata nella corsa dal centro di Bologna alla periferia del quartiere del Pilastro, sino alla cupola di DOM. Un'occasione di incontro ravvicinato, oltre che una gentile concessione di servizi tra privati (qual'è il festival che ti riporta a casa se convinci il driver?), nell'informalità dell'estendere il proprio punto di vista al di là di cariche e professioni.
 

mercoledì 13 aprile 2011

Claudia Triozzi. Ni Vu Ni Connu

Ni vu ni connu è una riflessione sulla rovina come oggetto dalla potenza evocatrice. Un corpo pensante che aziona, che si aziona, che opera incessantemente un trasferimento di senso, creando interferenze fisiche su immagini evanescenti. In questo solo Claudia Triozzi non sarà mai sola sulla scena, come non è mai sola nel suo mondo interiore. Una scultura acustica dei fratelli Baschet concepita negli anni '60, il cristallofono, un organo e un lap-top danno alla musica una visione performativa con episodi cantati. La voce si declina in una successione di monologhi insensati, di salmodie incomprensibili, pretesto di una coreografia labiale. Il viso come una maschera in continua trasformazione e una crudele logorrea corporea formano questo spettacolo caleidoscopico, "un omaggio al desiderio che fa dei brutti scherzi e ci invita a vivere".
 

martedì 12 aprile 2011

Artisti parlano di altri artisti

Quest'anno F.I.S.Co. è particolarmente eolico, della sostanza effimera del vento, coacervo di correnti d'aria, aria fresca, aria densa, contemporanea, appunto, nel suo essere fluida.
Un festival costruito sulle intersezioni, gli scambi e gli spostamenti di ruoli e funzioni. Xavier Le Roy e Antonia Baehr allo strappo dei biglietti creano uno spostamento che riporta, inevitabilmente, a un senso, tutto politico, di comunità che, al pari di quella scientifica, decreta ciò che è arte, ma che, a differenza della comunità scientifica, si esonera dal decidere ciò che non lo è, lasciando il campo aperto agli spettatori.
Ed ecco la bellezza di un senso aperto del fare arte, che sborda e trasuda e scopre le proprie radici, inevitabilmente affondate nell'umano, origine prima di ogni atto. Perchè l'artista è, prima di tutto, colui che fa, che agisce, che indaga e ricerca, che costruisce oggetti di senso, con una tecnica rigorosissima, al limite della maniacalità. Techné, appunto, applicata all'idea. E non il contrario.
E' finito il tempo delle arti applicate, e anche quello delle arti concettuali. Marten Spangberg dice "be available" e ancora "you're my investment". E' tempo di smettere di essere NEL sistema, e anche di andare CONTRO il sistema. E' necessario posizionarsi FUORI dal sistema e costruire altre possibilità di senso.
E se l'arte ha un potere politico, esso è proprio nello statuto di libertà insito nell'arte stessa, statuto che si pone al di là di ogni retorica.
 

lunedì 11 aprile 2011

Happening

 

domenica 10 aprile 2011

For Faces (Unplugged)

Antonia Baehr torna a F.I.S.Co. con un nuovo lavoro sulle espressioni umane. Dopo aver indagato la risata e averne fatto una partitura di gesti, suoni e movimenti, in uno spettacolo portato a Bologna da Silvia Fanti al festival di due anni fa, l'artista franco tedesca intraprende una ricerca maniacalmente precisa sulle possibilità di movimento del viso.
La cupola del Pilastro, conosciuta in città come DOM, non poteva essere luogo migliore per disporre il pubblico in cerchio intorno a quattro performer che, seduti su altrettanti sgabelli, ci mostrano le innumerevoli possibilità coreografiche di naso, occhi, labbra, mento, sopracciglia e guance.
Un lavoro precisissimo e sottile, in cui la disciplina formale crea uno spiazzamento generatore di immaginario.
 

sabato 9 aprile 2011

Your Brother. Remember?

F.I.S.Co. 2011 apre mantenendo la promessa. Il primo spettacolo, infatti, porta in scena un'arte che abbraccia le cose umane e le trattiene, nella loro forma più cheap, quotidiana e home-made, con la scommessa di farne un'opera. Zachary Oberzan, con chitarra e video alle spalle, ci racconta la vita casalinga di due fratelli quindicenni fissati con il cinema pop, impegnati nel riprodurre fedelmente le scene più famose dei protagonisti dei film culto degli anni ottanta. Ecco allora un Jean-Claude Van Damme da salotto, che tenta di colpire con mosse di karate la piantina ornamentale di mamma. Fin qui nulla di diverso dai chilometri di pellicola accatastati nelle credenze delle famiglie piccolo borghesi, se non fosse per la stratificazione drammaturgica che assume questo materiale, se sapientemente manipolato da una regia lucida e consapevole come quella di Oberzan. L'attore statunitense, infatti, chiede al fratello, dopo vent'anni, di ripetere fedelmente le scene girate insieme, con tanto di costumi, location e azioni ripercorse con maniacale precisione filologica. Nei vent'anni che intercorrono tra i due set, tuttavia, si è consumata una vita, che ha visto i due fratelli assistere alla separazione dei genitori e prendere strade diversissime, l'una verso una carriera artistica, l'altra dietro le sbarre di una cella per problemi di droga.
Nulla di patetico, né di autobiografico in senso spicciolo, però.
La dimensione umana, tragica e catartica, emerge tra le pagine di un video-diario sapientemente montato, in cui realtà e finzione convivono nel restituire, in modo spassoso ed emozionante, una "real America" che esce dai reality tv ed entra, a tutti gli effetti, nelle maglie dell'arte contemporanea.
 

venerdì 8 aprile 2011

F.I.S.Co. 2011

Parte oggi F.I.S.Co. 2011, Festival Internazionale Sullo Spettacolo Contemporaneo, a Bologna, fino al 15 aprile.
Brainstorming, Camera di Decompressione Per Spettatori si apposterà tra il pubblico e gli artisti a raccogliere idee, opinioni, riflessioni intorno alle creazioni.
Per aprire un varco nella nostra capacità immaginativa ed emozionale, Brainstorming ha organizzato un gioco: letti i materiali del catalogo in cui gli artisti hanno pubblicto le loro gimkane poetiche, Elisa Fontana ha estrapolato alcune domande da porre e da porsi, scritte su carte da gioco e fatte scegliere a persone incontrate per caso in città.
Di seguito pubblichiamo le domande e se ascoltate l'audio qui sopra potrete confrontare le vostre risposte con quelle delle persone intervistate.
...e se volete proseguire nel gioco, collegatevi a www.xing-fisco.it e scoprite quali artisti hanno stimolato le domande Brainstorming. Se volete potete rispondere anche voi nella zona "commenti" qui sotto!
Via alla tempesta!

Dai una definizioni alle seguenti parole: TEATRO, PERFORMANCE, SPETTACOLO, HAPPENING, INSTALLAZIONE.
Che cosa ti viene in mente con la parola SEGUE ?
Qual è il ruolo dell’artista nella società contemporanea?
Secondo te, quello dell’artista, è un lavoro come un altro?
Cosa chiederesti a un artista, se dovessi fargli una domanda?
Credi che il tuo viso potrebbe essere un’opera d’arte? Che tipo di opera d’arte?
Hai mai inventato qualcosa, solo per il fatto che non lo trovavi nei negozi?
Come definiresti l’espressione: CAPITALISMO OMEOPATICO?
Che lavoro fai? Ti piace?
DISTANTE = VICINO A QUALCOS’ALTRO sei d’accordo?
Secondo te, essere in macchina con un artista al volante, potrebbe essere interessante?
Conosci F.I.S.Co. Festival Internazionale dello spettacolo Contemporaneo?

 

lunedì 4 aprile 2011

Festival Danae 2011 - Cristina Rizzo e Alessandro Bedosti

Mai come in questa occasione si è potuto ascoltare lo spiazzamento di un pubblico di fronte alla ricerca. Una danza che esplora, quella di Cristina Rizzo e Alessandro Bedosti, che si lascia scorrere anarchicamente e assolutamente necessaria. Il pubblico del Festival Danae, giunto alla sua tredicesima edizione, incontra e si scontra con una danza che sonda l'umano nella sua dimensione interiore, autobiografica e urgente. E qui, come in ogni festival che si rispetti, ci si assume tutta la responsabilità nei confronti di un pubblico che rischia di esserne spiazzato, a volte respinto, o affascinato. Mai sicuro.
Per questo il direttore artistico si premura di organizzare un confronto con gli artisti subito dopo lo spettacolo, davanti a un bicchiere di vino.
Nulla di accademico: soltanto la necessità di dialogare intorno a un accadimento, che può scuotere e turbare, estasiare e divertire, incontrando raramente l'indifferenza.
Se l'arte è deputata a porre questioni e ad aprire interstizi, un buon festival non può che decidere di entrarci dentro e lasciare aperte le porte alle riflessioni.
Brainstorming non può non essere lì, a cogliere i linguaggi, le parole, i pensieri per metterli a disposizione di chiunque voglia creare altre visioni.

Festival Danae
 

domenica 20 febbraio 2011

Storia di un uomo e la sua ombra

Brainstorming si fa Mini e prosegue i suoi appostamenti tra il pubblico giovane che si avvicina, forse per la prima volta, al linguaggio teatrale.
MiniBrainstorming è presente al primo spettacolo della stagione 2011 del teatro di Castello d'Argile, in provincia di Bologna, dove da anni si investe in cultura e linguaggi multidisciplinari, grazie a una collaborativa sinergia tra la Biblioteca, il Comune, il Teatro e l'associazione Burattingegno Teatro.
La stagione è inaugurata da Principio Attivo Teatro, formazione leccese, vincitrice del premio Eolo Awards con lo spettacolo Storia di un uomo e della sua ombra. Mannaggia 'a mort, definito dalla giuria  'una creazione di grande e raffinata fattura che senza una parola costruisce un conflitto antico come il mondo, agita come un cartone animato in bianco e nero studiato nei minimi particolari che si nutre di rimandi molto diversi tra loro da Chaplin e Keaton a Willy il Coyote al grande repertorio dei clown, giocati senza sbavature.'

MiniBrainstorming si insinua tra i bambini, prima e dopo lo spettacolo, stimolando la riflessione intorno all'evento teatrale, cercando di sondare diversi livelli di analisi, da quello tecnico-formale a quello più emozionale.

Ascoltate le registrazioni!

Principio Attivo Teatro
 

mercoledì 19 gennaio 2011

E-C-O Electronic Cooperation Online

Pietro Babina è sempre stato un visionario. Regista e drammaturgo di Teatrino Clandestino, una delle compagnie italiane più temerarie della scena italiana degli anni Novanta, crea ora una visione che implode nella rete per esplodere nell'interattività più spinta. E-C-O Electronic Cooperation Online è un progetto di composizione drammaturgica nato da poco e già moltiplicato in tante frattaliche derive di interattività. Veloce, reticolare, indeterminato, open source, E-C-O vuole aprire una riflessione sull'essenza stessa del teatro, puntando direttamente alla mimesis del tempo, in tutte le sue destrutturazioni contemporanee. Oggetto della ricerca di E-C-O è la ricerca drammaturgica, il soggetto il dialogo, gli agenti sono scrittori, registi, attori, personaggi, scene e pubblico, la struttura si basa sulla cooperazione online, per una modalità di creazione interoperativa e intercreativa. Il 15, il 16 e il 17 gennaio è andato in onda un primo momento di apertura al pubblico, strutturato in vere e proprie prove teatrali riprese da una telecamera e mandate in streaming sulla rete.
Brainstorming non poteva mancare, nella sua logica di appostamento imprevedibile e silente. E' bastato un sms a pochi amici e una telefonata a Modo Infoshop, libreria di Bologna, per chiedere se ci sarebbe stata la possibilità di usufruire della rete. Un luogo pubblico in cui condividere una visione privata: come i nonni nei bar con le prime tv.
Forse si aprono nuove forme di socialità e di fruizione dell'oggetto teatrale.

Ascoltate i files audio e commentate!

ECO - Electronic Cooperation Online - Un Progetto Multimediale e Drammaturgico di Pietro Babina