mercoledì 30 luglio 2008

Drodesera-Fies 08 - I Commenti del Pubblico


 

Teatro Sotterraneo (28.07.2008)

La Cosa 1

Lo spazio così com’è, privo di accessori. Uno svuotamento.
Un atletismo che si espande e si ritrae, investe i luoghi. Un’invasione. Montaggio di minimi comuni denominatori delle biografie di ognuno. Il trailer di una vita. Si accendono le luci. Ha inizio il movimento, qualsiasi movimento, tutto purché qualcuno faccia qualcosa – una messa alla prova continua di muscoli e nervi, un corpo precario che dà tutto anche quando non ne ha più, inscena il fare per fare, fare2, fare3, lo strafare, lo stroppiare, una presentazione d’iperattività che va dalla culla all’apocalisse. Per voi. La Cosa 1 è l’evento, ma anche il momento subito dopo, quando ci si ferma, stanchi, saturi: La Cosa 1 invece continua, insiste, riparte a muoversi, correre, fare: la fine sostituita dal sequel: si vive una volta sola.

Drodesera-FIES 2008
Turbina 2 - Lunedì 28 luglio 2008

Scheda Spettacolo
Foto B-FIES - Il Reportage Multimediale di Drodesera-FIES 2008
Video B-FIES
Teatro Sotterraneo
 

Manah Depauw & Bernard Van Eeghem (27.07.2008)

How do You Like My Landscape

Come uno humour secco e crudele passa meticolosamente sopra alla storia dell’uomo! Con How do You Like My Landscape gli artisti Bernard Van Eeghem e Manah Depauw ridefiniscono con vivida immaginazione il posto del corpo umano nella nostra società in preda al puritanismo e al politically correct. Attraverso manipolazioni sconcertanti per la loro semplicità, gli autori attraverso i performer Manah Depauw e Carlos Pez González decontestualizzano il corpo umano e lo mettono là dove non ci si aspetterebbe di trovarlo. Questo spettacolo in quattro episodi si sviluppa intorno ad un paesaggio dove la calma apparente nasconde delle bestie temibili capaci di far nascere in noi dei desideri inconfessabili. Il pubblico segue attraverso i quattro episodi un mondo che si trasforma ed evolve.

Drodesera-FIES 2008
Sala Mezzelune - Domenica 27 luglio 2008

Scheda Spettacolo
Foto B-FIES - Il Reportage Multimediale di Drodesera-FIES 2008
Video B-FIES
 

domenica 27 luglio 2008

Teatro Valdoca (25.07.2008)

A memoria, dunque, a memoria ci siamo tutti - Site Specific

Quindici minuti di memoria, in questo piccolo squarcio valdochiano. La memoria del tempo, dello spazio, della parola detta e, per questo, adorata, del corpo che si muove lacerato. Memoria di quello che siamo, nel profondo, e che oggi non riusciamo più a ricordare.




Drodesera-FIES 2008
Sala Mezzelune - Venerdì 25 luglio 2008

Scheda Spettacolo
Foto B-FIES - Il Reportage Multimediale di Drodesera-FIES 2008
Video B-FIES
 

Vincenzo Schino / Officina Valdoca (25.07.2008)

Voilà

Immagini. Vincenzo Schino lavora con le immagini. Utilizza la scena come una grande scatola magica, in cui entrano e escono figurine, suoni, colori, forme e situazioni. Si percepisce una storia, si tenta di riconoscerla e forse ci si rimane impantanati... perché sembra che a noi, spettatori, serva un appiglio, una traccia, una narrazione...
Vincenzo Schino ci suggerisce l'abbandono...
Noi desideriamo seguirlo. Voilà.

Drodesera-FIES 2008
Turbina 2 - Venerdì 25 luglio 2008

Scheda Spettacolo

Foto B-FIES - Il Reportage Multimediale di Drodesera-FIES 2008
Video B-FIES
 

sabato 26 luglio 2008

Brainstorming @ Drodesera - FIES 08

Drodesera FIES (OF/On-line Festival 2008)

Brainstorming -
Camera di Decompressione per Spettatori
Un progetto di Elisa Fontana in collaborazione con Carla Esperanza Tommasini - Site Specific

Scheda Spettacolo
Foto B-FIES - Il Reportage Multimediale di Drodesera-FIES 2008
 

venerdì 25 luglio 2008

giovedì 24 luglio 2008

Teatro Sotterraneo (13.07.2008)

"Maratona" Longiano-Santarcangelo (12 km)

Una mini maratona aperta a chiunque voglia parteciparvi, a metà tra azione performativa e manifestazione popolare. Una corsa di gruppo per segnare un percorso, con un arrivo nella piazza di Santarcangelo a tagliare il traguardo - e dire qualcosa, esausti.

Santarcangelo dei Teatri
Santarcangelo (RN) - Domenica 13 luglio 2008

Santarcangelo Festival

Post-Show Audio Documentation:


Abbiati / Captano / Palminiello (05.07.2008)

L'Albero della Cuccagna

Perché tutto è ricoperto da una surreale patina bianca? Dall’albero della Cuccagna pendono salami e prosciutti. Due reduci di guerra, sulla strada del ritorno, si sfidano: uno è sopra e mangia, l’altro è giù e supplica. Che la guerra sia finita non sembrano saperlo, che la casa sia vicina nemmeno e alla festa organizzata sembra essere rimasta solo una donna per festeggiare. Abbiamo scelto la guerra e ciò che lascia, ciò che cambia, come ci cambia. Potrebbe sembrare la storia di un altro tempo, per noi è solo la storia di questo tempo. Il linguaggio dello spettacolo è comico e surreale: se proprio dobbiamo morire preferiamo morire dal ridere.

Inequilibrio 08 - Festival di Teatro e Danza
Castiglioncello (LI) - Sabato 5 luglio 2008

Armunia

Post-Show Audio Documentation:


Tarek Halaby / Sue–Yeon Youn (USA/Giordania/Corea del Sud) (05.07.2008)

My (Awful) Life with Ting-Yu

Questo pezzo (intensamente finto) (che finge di essere) sulla vita reale è un dramma autobiografico (realizzato senza minimamente pensare alla drammaturgia). I danzatori interpretano personaggi (sottosviluppati) in una trama (confusa e priva di struttura) che si dipana (senza portare da nessuna parte). Esilarante e (non così) fisico, My (awful) life with Ting-Yu vi farà ridere (senza sapere perché) e riflettere (se per caso dobbiate alzarvi e andarvene).

INEQUILIBRIO 08 - Festival di Teatro e Danza
Castiglioncello (LI) - Sabato 5 luglio 2008

Armunia

Post-Show Audio Documentation:


sabato 19 luglio 2008

Sonia Brunelli - Bases (15.06.2008)

Sul terreno di gioco, cinque frames racchiudono due movimenti del danzatore: l’esercizio della mente per ricordare le immagini e l’interpretazione del corpo nello spazio per rappresentarle.
Bases fonda la sua idea di danza nell’essenza del tempo e nella connessione con la terra.

Extra-Raum
Bologna - Domenica 15 giugno 2008

Raum

Post-Show Audio Documentation:


Teatrino Clandestino - Comune Spazio Problematico (02.06.2008)

Applicazione

L’applicazione di stasera? Semplicemente pura. Di quella purezza che incanta, di quella banalità grave; che uccide anche l’applauso spontaneo, incapaci di scindere la brutalità dell’argomento trattato dall’audacia degli attori. Imbonitori, falsi, fasulli, ipocriti nell’inventare una lingua dai toni acri e dissonanti. Impostori nell’imbonire un pubblico che si lascia affascinare da un vestito da sposa con sacchetto e I-Pod. Traditori nel tradire il segreto della politica sociale, di cui tutti conosciamo le malate strategie, ma che nessuno ha il coraggio di indagare fino in fondo. Nessuno ha il coraggio di andare fino a Skopje e incontrare una vecchia – perché quella era una vecchia – che racconta come stanno veramente le cose, facendoti sentire una merda, facendo vacillare tutte le tue impalcature intellettuali, artistiche e filosofiche, facendoti inesorabilmente tremare le gambe a ogni piccolo passo che fai per tornartene a casa (con le orecchie abbassate). Pasolinianamente scossi nella nostra borghesia da quattro soldi: così ci sentiamo, usciti da quello spazio vuoto, ripetitivo, pregno di un’idea ancora in gestazione, ridondante come la prima divisione cellulare di un embrione, indifferenziato e incolto. Si sente la passione, l’ingenuo stupore di fronte alla mastodontica bellezza del dolore, di quella carestia di sentimento che un popolo sopporta da troppo tempo, soffocato e bruciato dal proprio essere “popolo povero”, senza soldi, senza capacità di scambio, immobilizzato in un vortice di cause - effetto apparentemente senza una fine. “Se dici che devo pensare ti rispondo che ho fame” “Se mi dici che ho fame ti dico che voglio anche pensare” “Se ti dico che ho fame tu ti fermi a pensare” “Se mi dici che hai fame sono io che mi fermo a pensare”. A cosa serve costruire un parco giochi se dopo due giorni si sono rivenduti il ferro per far mangiare i bambini, gli stessi bambini che avrebbero dovuto divertirsi con quel parco giochi? È l’antica canzone del tavolo, del legno e dell’albero. I paradossi sembrano essere sempre esistiti: a cosa serve sottolinearne un altro, l’ennesimo, non più importante e terribile di un altro. A cosa serve? Chi sei tu? “siamo degli attori che si pongono delle domande e sono desiderosi di sapere come la pensate”. “Attori? A cosa devono pensare gli attori? Gli attori eseguono, e basta.” “no”, risponde Fiorenza durante una chiacchierata informale tra appassionati di teatro. “l’attore ha sempre dentro di sé un vuoto”. Forse è uno spazio di possibilità, un luogo di accoglienza dove far decantare le visioni del suo regista e farle evaporare attraverso i suoi pori. È forse uno spazio furioso, che pone questioni sull’essere. È probabilmente uno spazio comune dove si genera l’incontro di più soggettività. È uno spazio problematico, dove avvengono scontri. Dove avvengono scontri.

Teatro San Leonardo
Bologna - Lunedì 2 giugno 2008

Teatrino Clandestino